11/02/13

FRANKENWEENIE

http://www.imdb.com/title/tt1142977/

Remake del cortometraggio omonimo ideato e diretto dallo stesso Tim Burton, Frankenweenie è un evento per due motivi: 1) il ritorno all'animazione del regista, dopo La Sposa Cadavere, e 2) finalmente non c'è Gionni Depp a rompere il cazzo, che di Gionni Depp se ne hanno le palle piene, orsù.


Victor Frankenstein è uno di quei ragazzini solitari, appassionatissimi di scienza, e in questo caso pure regista in erba. Il suo cane Sparky è l'unico vero amico di Victor, solo che un giorno il cane viene investito da un'auto, schiattando. Il dolore per Victor è così forte che decide di disseppellire il cane e di tentare di riportarlo in vita, eccetera eccetera.

Bando alle ciance: vista la carriera di Burton sempre più inabissata da film vuoti e imbarazzanti, guarda caso sempre girati con Depp - tutto per far bagnare le fangirl -, temevo fortemente che il film si rivelasse un esplosivo fallimento. In più, il cortometraggio originale non mi aveva fatto impazzire, anzi, lo trovai parecchio noioso all'epoca della visione (parliamo di due anni fa, ed ero di bocca molto più buona).
Insomma, tra pareri e aspettative, la vedevo nerissima.
Eppure. Credo di non avere mai apprezzato così tanto un film di Burton, a parte Big Fish che continuo a reputare il suo capolavoro. Questo Frankenweenie, nella sua semplicità, parla di freak, di società falsa e ipocrita, di morte, di emozioni come l'amore - per il cinema (il regista), per il proprio amico (il ragazzino). Come per i migliori film di Burton si tratta di una storia molto autobiografica, anzi, qui più che mai: non è difficile notare, infatti, citazioni alle sue passioni, come Vincent Price o i continui riferimenti alla mostrografia anni '50/60.
E' un inno d'amore verso le proprie passioni, un amore sincero, che da anni a questa parte si presumeva fosse definitivamente evaporato.
E' un piacere rivederti, Tim.

07/02/13

THE COLLECTION

http://www.imdb.com/title/tt1748227/
Sequel di The Collector (ovviamente), il film ha pochi punti di contatto con il predecessore, tanto da poter essere visto a sè, senza problemi di comprensione.
Mentre si sta riprendendo in ospedale dalla spiacevole situazione in cui era capitato la scorsa volta, Arkin viene assoldato controvoglia da un gruppo di mercenari al soldo di un uomo, la cui figlia è stata rapita dal maniaco noto come Collector. L'uomo non lascia ad Arkin nessuna scelta: dovrà unirsi al gruppo di mercenari, portarli al covo del maniaco omicida e liberare la figlia. Ma, una volta penetrati nel rifugio del Collezionista, il gruppo si troverà ad affrontare un nemico incredibilmente ostico...
Una pellicola che esaurisce la sua energia nei primi 20 minuti, in cui l'assassino (che più lo vedevo e più mi pareva lui in versione sawesca) massacra con gusto dei ragazzi presenti in una discoteca. Nelle intenzioni del regista immagino ci fosse l'idea di dare un'importanza notevole alla location della seconda parte (il covo dell'assassino), tempio della ferocia più estrema mai partorita da mente umana. Peccato che sia rimasto tutto una vaga intenzione, perché ecco, quello che viene mostrato è quanto di più insulso, insipido e moscio possiate immaginare: poca violenza, atmosfera e tensione nulle.
Una piccola speranza poteva essere rappresentata dal cambio di registro, passando dal torture porn (seeeeh) all'action/thriller, ma un ritmo incredibilmente leeeeeento e scontato ne minano decisamente la forma. Aggiungiamoci inoltre un protagonista non all'altezza (il sosia capoccione di Edward Norton), che sia per fisicità che per carisma non rimane impresso minimamente.
Fotografia e soundtrack anonimi al massimo.
Ancora meno coinvolgente del predecessore, ed era difficile arrivare a questi livelli.

06/02/13

LINCOLN

http://www.imdb.com/title/tt0443272/

Prolisso
[pro-lìs-so] agg.
 
    • Che si dilunga o si protrae troppo, eccedendo inutilmente in particolari e risultando noioso: scrittore p.; discorso p. Sin: Lincoln, film di S. Spielberg.

Ovvero il termine più idoneo per descrivere il nuovo film di Steven Spielberg.

Il 16° presidente degli States Abramo Abraham Lincoln, al volgere della fine del conflitto civile americano, vuole abolire la schiavitù negli Stati Uniti d'America. All'interno della Camera dei Rappresentanti, però, non tutti sono d'accordo.

Lincoln è un film pesante, dal ritmo (fin troppo) compassato, ma per noi non-americani è anche un film difficile se non si possiede un'infarinatura della storia americana, con tutti i suoi personaggi e intrighi. Ma no, non è questo ciò che rende Lincoln poco riuscito.
Da un lato abbiamo infatti la voglia di dare peso al tema politico, parlando di schiavitù in un modo anche freddo, mentre dall'altro si vorrebbe approfondire la figura di Lincoln uomo, marito, padre. Ed è qui che Spielberg cade rovinosamente: non sapendo quale delle due strade prendere, decide di intrecciarle, non riuscendo a gestire un macchinario enorme che vira inevitabilmente fuori strada. Ti ritrovi così davanti ad un'ottima ricostruzione storica, curatissima, tecnicamente ineccepibile, ma mai incisiva, fatta di momenti e dialoghi didascalici, infarciti di tanta, troppa retorica, con un Lincoln tanto puro quanto irreale.
Un po' come le recite scolastiche: molto dettagliate, ma prive di mordente e approfondimento.
La cosa peggiore è che ogni tanto Spielberg ci lascia intravedere le potenzialità di questa creatura, come il confronto in camera da letto tra Lincoln e moglie, che fanno pensare a che occasione magnifica si è persa.

Laddove sceneggiatura e regia risultano mediocri, si vede la classe di quel Daniel Day-Lewis che, a riprova dell'incredibile versatilità, si trasforma in un Lincoln affascinante, magnetico, testardo, stanco e provato, trascinando il film praticamente da solo. Ed è difficile non farsi trasportare dal suo carisma.
Eccezion fatta per l'ottimo Tommy Lee Jones (vice presidente Stevens), il resto del cast (fra tutti Joseph Gordon-Levitt e Sally Field) appare piuttosto sprecato, vittima del mancato approfondimento dei personaggi e delle dinamiche a loro legate che avrebbero portato la vicenda su una scala emotiva altissima.

Mentirei se dicessi che Lincoln non mi è piaciuto, però. Okay, ha tutti i difetti sopra elencati, ma è così DayLewiscentrica che è impossibile non rimanerne in qualche modo colpiti.

04/02/13

UBALDO TERZANI HORROR SHOW

http://www.imdb.com/title/tt1621641/


Il film tratta di Alessio Rinaldi, inesperto regista di pellicole horror con una tendenza a calcare troppo sullo splatter. Il produttore per dargli un opportunità lo invita a scrivere la sceneggiatura con Ubaldo Terzani, scrittore horror di successo (???).
Il protagonista inizia a leggere i libri di Terzani, che gli provocano incubi e visioni macabre. Anche la fidanzata inizia a leggere qualcosa arrivando alla conclusione che "solo una mente disturbata può scrivere certe cose". Per Alessio invece è un bravo scrittore, e inizia quindi la collaborazione con Terzani: il ragazzo si trasferirà nella villa dello scrittore per lavorare al soggetto. Qua inizierà una seduzione artistica che sfiorerà quasi il completo soggiogamento della vittima.

Conobbi questo film in estate, tramite l'OnDemand di Sky: lo evitai più che altro per il titolo veramente imbarazzante. Pochi giorni fa c'ho rifatto un pensierino e così eccoci qui.
La prima impressione tante volte è quella che conta.
La prossima volta infatti darò ascolto alla mia testa, perché questo Ubaldo Terzani Horror Show è davvero brutto brutto.
E dire che l'idea non era male: horror dalle tinte fulciane e meta-cinematograf... uh, no, fermi tutti. Torna indietro veloce. E dire che gli effetti splatter ad opera di Sergio Stivaletti non sono neanche male, tutt'altro, sono davvero ottimi!


Si diceva, la seconda opera del giovane regista Gabriele Albanesi è qualcosa di potenzialmente interessante ma, al contempo, parecchio brutto: tessere una storia infarcita di citazioni e rimandi al cinema italiano di autori come Bava, Argento e soprattutto Fulci, è quanto di più complicato si possa fare, perché o sei Tarantino e sai come rubare/citare, oppure il tuo film sarà niente di più che una paraculata da regazzini.
Ovviamente siamo dalle parti della paraculata, per cui il resto del film è una lenta discesa verso il vuoto: meta-cinema che non solo ti fa lo spiegone, ma ti spoilera direttamente il finale*, accompagnato da dialoghi imbarazzanti (sul serio) e attori che si possono tranquillamente dividere in "quelli che gigioneggiano" e "quelli indecenti". I pochi guizzi di questo film sono rappresentati dai bei momenti splatter, purtroppo inseriti con il contagocce.

A dispetto di quanto scritto finora, consiglio la visione del film perché si tratta di una di quelle pellicole che, se viste in compagnia, mostrano tutto il loro potenziale comico.


*"(...) Diciamo che ci siamo mantenuti su di un livello di estraneamento psicologico, anche se verso la fine ci sarà una sontuosa impennata splatter."
Ubaldo Terzani

03/02/13

THE COLLECTOR

http://www.imdb.com/title/tt0844479/
Film che ricalca le atmosfere sordide/torture di Saw, di cui doveva effettivamente essere il prequel. Il regista, tal Marcus Dunstan, in effetti, è noto per aver scritto Saw IV (e V, e VI, e 3D). Più mignottate varie.
Comunque, tornando a noi, il film narra di Arkin, ex-ladruncolo, ora tuttofare, che si trova costretto a rubare un grosso diamante custodito nella casa del suo nuovo cliente. La notte in cui decide di commettere il furto, però, si trova a dover salvare i padroni di casa presi in ostaggio da un maniaco omicida mascherato.
Sai quella sensazione di occasione persa, quando vedi un film che inizia in un modo e poi prende quella brutta strada che non dovrebbe perché sa di prostituzione intellettuale? Bene, The Collector è proprio quel caso di occasione persa. Infatti, nonostante un buon avvio, una bella botta di tensione e un discreto tifo per il "buono" della situazione, il film è una gran palla, non dissimile da tutti i Saw visti finora, a causa di una (neanche troppo) massiccia dose di violenza poco convincente per quanto esagerata, di una fotografia sparata tendente al verdastro - quasi come a richiamare quel senso di atmosfera "malata" propria della saga del sopracitato Saw - e un finale di quelli assurdi, che guarda, sono proprio una piaga.
Insomma, il classico horror videoclipparo con delle idee pure pure discrete, ma troppo fesso per metterle in pratica.

P.S. Ciccio Dunstan sta scrivendo, assieme al compare Patrick Melton, God of War, trasposizione cinematografica dell'omonima saga videoludica. Mi sento già male.