17/05/13

SPARTACUS: WAR OF THE DAMNED [Terza stagione]


Per riassumente correttamente la seconda stagione, Vengeance, si poteva usare tranquillamente il termine NOIA, ma alle volte potevamo anche mescolarla a IRRITANTE (“Irritanoia”? “Noiante”?). Una stagione con un protagonista dal carisma di una piadina e vagonate di personaggi che meritavano fortemente la morte.

Al contrario, la prima stagione, Blood and Sand, pur essendo rozza, imprecisa ed anacronistica, si rivelava decisamente appassionante, grazie ad un protagonista non di certo da premio Emmy, ma dalla fisicità e dagli occhi (così tristi) che non potevi fare a meno di credere che lui fosse realmente un uomo costretto a combattere come gladiatore, per arrivare alla moglie sottratta dai Romani (uccisa davanti ai suoi occhi). Andy Whitfield diede corpo ad un buon personaggio, che però non fu più in grado di interpretare. Oltre a lui, arricchivano la serie l'ottimo John Hannah, la mitica Lucy Lawless e il buon Manu Bennett nella parte dell'indomito gallo Crixus. Tra le mura dell'arena di Batiatus, si creava un microcosmo fatto di intrighi, sesso e violenza. Perduto poi nella già citata seconda stagione, dove si è tentato di fare qualcosa di simile ma dagli scarsissimi risultati.


Ecco, per la terza stagione non siamo chiaramente ai livelli di Blood and Sand, ma è decisamente un gran passo avanti rispetto alla seconda (e alle aspettative): pur con un avvio arrancante (gli episodi nella città di Sinuessa, quindi dal 2 al 5 compresi), il resto della serie trasuda rozzezza ed epicità in grande stile, con tutti i soliti difetti (citati prima) che Spartacus si porta dietro fin dall’inizio, ma che non impediscono di godersi quest’ultima violenta stagione del trace.

Se ritmo e storia bene o male sono su un livello accettabile, sul fronte dei personaggi si pecca un po': McIntyre come Spartacus è un danno, non convince, non affascina, non ha un cazzo di carisma, quindi come posso pensare che stia guidando un'armata colossale di ribelli? Ma va bene, rispetto alla stagione precedente è meno peggio, si chiude un occhio, si vede che si impegna. In realtà dei ribelli si salverebbe solo Gannicus (Dustin Clare), visto che pure Crixus viene privato della bestialità che lo contraddistingueva, lasciandoci un pensionato dal cuore tenero (ma lo vedremo riscattarsi sul finale).
Ma meno male che ci sono i romani, che tra complotti e personaggi ben costruiti (per l’economia della serie) rendono effettivamente interessante il lato degli antagonisti, diversamente da quanto succedeva con Vengeance con il pessimo Glaber. Pur con un Giulio Cesare versione Thor, a cui sono legate alcune delle azioni più inverosimili della stagione, il nemico a questo giro regge bene, quindi: merito dello spettacolare, imprevedibile, colto, carismatico, opportunista Crassus e dell'odioso Tiberius, suo figlio.

Insomma, che dire? L'epicità di questa serie, specie per gli ultimi episodi, chiudono in maniera davvero degna una serie iniziata bene ma proseguita in maniera incerta, per ovvi problemi. Non sarà un capolavoro, ma si fa guardare, intrattiene e diverte, il che non è affatto poco.

Nessun commento:

Posta un commento